L’aumento dei livelli di indebitamento tra i privati, a seguito della crescente dipendenza dal credito al consumo, ha portato alla necessità di sviluppare uno strumento legale che consenta una qualche forma di estinzione del debito in caso di sovraindebitamento, ossia, quando un debitore non può adempiere più ai propri impegni di credito. QUesta strumento è chiamata legge anti suicidi.
Il legislatore ha riconosciuto tale esigenza e le nuove disposizioni della legge anti suicidi sono entrate in vigore nel 2012. La legge legge anti suicidi prevede un nuovo approccio all’insolvenza civile in base al quale un debitore non idoneo alle procedure standard di insolvenza può negoziare la propria posizione debitoria critica attraverso una procedura che gli consenta di affrontare il debito prima che arrivi a suicidarsi per debiti come purtroppo spesso accade.
La legge anti suicidi è stata chiamata così proprio in virtù del fatto che diverse persone hanno attuato il suicidio per debiti. Serviva quindi uno strumento affinchè ciò non accadesse più. Ecco quindi nascere la legge anti suicidi. Cerchiamo di capire meglio di cosa parla la legge anti suicidi e come utilizzare la legge salva suicidi qualora fossimo strozzati dai debiti.
Quando è possibile applicare la legge anti suicidi
Un debitore che intenda avvalersi della legge anti suicidi deve possedere due requisiti: uno soggettivo e uno oggettivo.
La legge legge anti suicidi prevede che il debitore sia impossibilitato a pagare i propri debiti così come sono strutturati. Copre diverse classi di debitori, comprese le persone fisiche, le persone che esercitano la professione e gli enti commerciali che non superano i limiti dimensionali previsti della legge fallimentare al momento del deposito delle proposte. La legge anti suicidi scoraggia l’uso abusivo della decreto anti suicidio escludendo i debitori che l’hanno utilizzata in qualsiasi momento nei tre anni precedenti.
Come si avvia la procedura della legge anti suicidi
Il debitore avvia la procedura della legge anti suicidi depositando una proposta di accordo di ristrutturazione del debito. La proposta deve basarsi su un piano fattibile che consenta al debitore di adempiere sia agli obblighi derivanti dall’accordo di ristrutturazione del debito, sia a quelli assunti nei confronti di eventuali creditori che non siano disposti a concludere l’accordo. Come nel caso delle procedure concorsuali disciplinate dalla legge fallimentare, il piano può prevedere eventuali forme disponibili di soddisfazione dei creditori e di ristrutturazione del debito, comprese le cessioni di reddito futuro e la suddivisione in classi dei creditori. Laddove il debitore disponga di attività e reddito insufficienti per rendere realizzabile un tale piano, lo strumento della proposta deve essere eseguito da uno o più terzi che si impegnano a fornire entrate o attività sufficienti, a titolo di garanzia o altro, per garantire la corretta esecuzione dell’accordo.
Presentare una proposta
Sulla questione dell’avvio di una procedura di liquidazione del sovraindebitamento è bene fare chiarezza. La procedura debba essere avviata presentando un’istanza formale al tribunale del luogo di residenza. Il debitore deve integrare la proposta con un documento che identifichi:
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tutti i creditori e le somme dovute a ciascuno di essi;
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i beni propri del debitore;
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cessioni rilevanti degli ultimi cinque anni, complete delle dichiarazioni dei redditi del debitore degli ultimi tre anni;
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un certificato di fattibilità del piano;
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un elenco delle spese di soggiorno necessarie per il debitore e le sue persone a carico, sulla base dell’attuale composizione del suo nucleo familiare formalmente attestata dal registro di famiglia.
Questa procedura può sembrare ardua per chi non è del settore. Ecco perché è bene affidarsi ad un’associazione consumatori come Globo Utenti. Con Globo Utenti sarà possibile attivare la legge anti debiti e cercare di risolvere la situazione nel migliore dei modi per tutti